- Chiotteri
- Mammiferi
- Acque
- Foreste
- Rete Ecologica Basilicata
- Patrimonio Ambientale+
- Laghi
- Corsi d'acqua e fiumi
- Boschi e foreste
- Cime montuose
- Palazzi
- Chiese
- Conventi
- Castelli
- Riti e Folclore
- Vivere il Parco-
- News+
- Rassegna stampa
Pietrafesa (Pietrafixa) nel XII secolo era un piccolo borgo rurale, sorto a ridosso di un promontorio roccioso collocato a valle rispetto all'abitato dell'antica Satrianum. Il nome Pietrafesa, (pietra spaccata) è strettamente legato alle caratteristiche geomorfologiche del luogo su cui sorgeva. Il Piccolo borgo rurale con la crescita della popolazione, successiva alla distruzione dell'antica Satrianum, si estese su altre due "rocce" costituendo un suggestivo ed unico agglomerato urbano. Il borgo, insieme all'antica Satrianum, faceva parte di un unico contado, come si evince dal Registro del servizio feudale delle province napoletane.
Questo piccolo centro acquistò una propria autonomia amministrativa durante il regno della regina Giovanna II d'Angiò - Durazzo, quando si attesta che Francesco Sforza divenne Signore di Pietrafesa. Nel 1420 il feudo fu ceduto ai Caracciolo che vi governarono fino all'abolizione dei diritti feudali, sancita dalle leggi napoleoniche agli inizi dell'Ottocento.
Nella seconda metà dell'Ottocento gli abitanti di Pietrafesa vollero rinsaldare il legame con la città medievale posta sull'altura. Si deliberò infatti di sostituire la denominazione Pietrafesa con il nome medievale di Satriano (di Lucania), a ricordo del fiorente insediamento antico.
Oggi il borgo si dipana lungo i vicoletti sui quali si affacciano alcuni palazzi gentilizi, come Palazzo Loreti (XVIII sec.).
Da visitare il Campanile ( XVII sec.) della Chiesa Madre, realizzato su disegno del vescovo, (matematico, architetto e filosofo) Juan Caramuel y Lobkowitz, la cappella di San Giovanni che custodisce un affresco di Giovanni De Gregorio, detto il "Pietrafesa", pittore manierista del '600 originario del posto, la chiesa Madonna dell'Assunta (XIII sec.), la chiesa Madonna della Santissima Natività ( XV sec.), il Museo Archeologico, il Museo della Civiltà Contadina ed i percorsi dei Murales, che raccontano la storia, le leggende e le tradizioni dell'antico borgo. Il Carnevale di Satriano, con "U' Rumìt" (l'uomo vegetale), è uno dei pochi riti arborei ancora presenti nella regione ed è un evento che vale la pena scoprire per conoscere e vivere le tradizioni del popolo lucano.