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Oltre a figure leggendarie come quella di Annibale, altri uomini importanti hanno fatto la storia della Val d'Agri nell'antichità: il martire Laverio, ad esempio, rappresenta una personalità alla quale si lega l'inizio del cristianesimo a Grumentum. La sua storia la conosciamo grazie a un'opera, in latino, scritta da Roberto da Romana, diacono di Saponara (l'odierna Grumento Nova) nel 1162.
Laverio fu decapitato nel 312 d. C., in un'area posta alla confluenza del fiume Agri con il torrente Sciaura e lì fu sepolto, presumibilmente nella necropoli di età romana che sorgeva a poca distanza dall'insediamento urbano. Il culto rivolto a Laverio fece sì che il luogo del martirio fosse consacrato al santo.
La chiesa si posiziona in un'area di straordinaria bellezza naturalistica: l'edificio, immerso in una foresta secolare, domina l'ansa dell'Agri nella quale si immette il torrente Sciaura. La zona, a poche decine di metri dalla città romana, ha restituito numerose epigrafi funerarie romane, infatti nei pressi della chiesa doveva localizzarsi una delle più importanti necropoli della città. Inoltre, lo scavo diretto dall'Università di Bari e ancora in corso, ha riservato straordinarie sorprese: al di sotto della cappella ottocentesca si riconoscono le vestigia della chiesa monumentale paleocristiana, databile al V-VI sec., articolata in tre navate, absidata, poi sostituita nel X secolo da una di dimensioni molto più ridotte, al di sopra della quale si erge ancora la cappella ottocentesca.
Il rinvenimento di due sarcofagi rende ancora più interessante e misteriosa la storia di questo luogo. Uno dei due sarcofagi è scolpito a bassorilievo con bucranio al centro e kantharoi, ghirlande e racemi, e si data al III-IV sec. d.C. E' possibile che uno dei due sarcofagi, oggi conservati al Museo Archeologico Nazionale dell'Alta Val d'Agri, contenesse proprio le spoglie del santo.
La devozione a Laverio si diffuse rapidamente, ad Acerenza, Tito, Satriano, Tricarico, Teggiano, Laurignano, grazie anche alla traslazione di reliquie del corpo del santo. Quando, anche per l'opera di San Laverio, il Cristianesimo si diffuse in Val d'Agri, Grumentum fu nominata sede vescovile, attestata con certezza a partire dal V sec. d. C. anche se la tradizione riferisce la data del 370, quando papa Damaso nominò un certo Sempronius Ato primo vescovo della città.
Ma non solo Laverio sacrificò la vita in nome degli ideali cristiani: sono numerose infatti le storie dei primi martiri a Grumentum.
Negli Acta Sanctorum Septembris si narra la storia dei Dodici Martiri di Hadrumentum (in Tunisia), che sarebbero stati perseguitati e uccisi sotto Massimiano, attorno al 298 d. C. I Dodici Martiri, arrestati a Cartagine, furono trasferiti in Italia, per mare fino a Catania, poi a Messina e di qui a Reggio Calabria. Da Regio sarebbero arrivati a Consentia, poi a Scolacium (presso Squillace) e da qui giunsero a Grumentum, risalendo la vallata dell'Agri attraverso la via Herculia. Quindi, passati per Marcilianum, furono deportati a Potentia, dove quattro di essi furono decapitati. Il giorno seguente, altri tre furono uccisi a Venusia, altri tre giustiziati a Velinianum nel giorno successivo, mentre gli ultimi due, deportati a Sententianum, furono martirizzati il giorno dopo.
Oltre al sito archeologico di San Laverio, meta privilegiata non solo per i pellegrini ma anche per gli studiosi e gli amanti della natura e dell'archeologia, sono visibili nell'alta Val d'Agri altre emergenze straordinarie legate alle vicende dei primi cristiani.
I resti di una chiesa dedicata a Santa Maria Assunta sono ancora visibili in prossimità dell'anfiteatro romano; l'edificio, che deve aver inglobato quello di età paleocristiana, era ancora in uso tra XIII e XIV secolo.
A San Marco era invece dedicata l'altra piccola chiesa a sud dell'area urbana, ascrivibile al VI-VII secolo; la struttura doveva articolarsi in tre navate, scandite da pilastri e concluse a ovest da un'abside.
Probabilmente di provenienza grumentina è la lastra, spezzata inferiormente, decorata con il monogramma cristologico entro un clipeo formato da una corona fogliata affiancato da due racemi, databile entro il VI secolo, oggi reimpiegata sulla muratura esterna della cattedrale di San Giorgio nel vicino abitato di Marsico Nuovo, dove fu spostata la sede vescovile grumentina verso la metà dell'XI secolo, a causa del grave stato di decadenza in cui versava la città romana.
Copyright testo e immagini (ove non inseriti altri riferimenti) di Francesco Tarlano.
Bibliografia essenziale:
1. G. Bertelli, Il contesto sacro di San Laverio, in www.grumentum.net/it/il-contesto-sacro-di-san-laverio
2. G. Bertelli, La cristianizzazione, in www.grumentum.net/it/la-cristianizzazione
3. A. Capano, S. Laverio e il suo culto a Grumentum in Lucania attraverso le ultime scoperte archeologiche, in «Leukanikà» VII, nn.1-2, 2007, pp. 38-45.
4. F. Tarlano, Note sulla via Herculia e la viabilità nella zona di Grumentum, in L. Quilici, S. Quilici Gigli (a c.) «Atlante Tematico di Topografia Antica – ATTA XX», 2010, pp. 79-101.