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La vita quotidiana degli antichi Romani: economia, società e tempo libero a Grumentum

Nei primi anni della sua storia, Grumentum dovette sicuramente avere una funzione prettamente militare: posta lungo una direttrice di importanza vitale per il controllo della regione e dei traffici tra le colonie magno greche ioniche e tirreniche e il mondo indigeno dell'interno, Grumentum dovette più volte sostenere il peso di guerre e devastazioni, dalle lotte tra Romani e Lucani per il controllo della regione, alla guerra annibalica, fino alle guerre sociali.

Interesse preminente dei Romani fu inoltre lo sfruttamento agricolo della vallata, molto fertile e ricca di pascoli. La vocazione agricola della zona è testimoniata dal rinvenimento di numerose fattorie, alcune delle quali legate alla centuriazione dell’area, effettuata al momento della fondazione della città e poi risistemata in età graccana.
Alla fine del I sec. a.C. la città acquisì lo status di colonia, e da allora visse alcuni secoli di relativa tranquillità e floridezza, e alcune aree furono monumentalizzate. Così Grumentum conseguì l’aspetto di una tipica città romana.
Il lavoro dei campi nel suburbio è confermato dall’esistenza di alcune ville latifondistiche, dedite alla produzione di ottimo olio, e soprattutto di un vino rinomatissimo nel mondo romano: Plinio il Vecchio, infatti, ritiene (Nat. Hist. XIV, 69) che “i vini lagarini”, prodotti presso Grumentum, fossero tra i più noti d’Italia, perché resi famosi dalla guarigione di Messala Potito. Pertanto, il nostro vino D.O.C. Terre dell’Alta Val d’Agri annovera un antenato, il vino lagarino di Grumentum, altrettanto squisito e famoso, e l’arte della viticoltura in Val d’Agri si è tramandata dal mondo romano fino ai giorni nostri.
Oltre che eccellenti produttori di vino, gli antichi Grumentini erano straordinari allevatori: la Lucania infatti nell’antichità rappresentava la principale fonte di approvigionamento di carne suina (caro porcina) consumata in Roma. Non è quindi un caso che ancora oggi la lavorazione della carne del maiale sia un’attività così diffusa in Lucania, e che i salumi siano così rinomati. Oltre a quello dei suini, era molto diffuso l’allevamento degli ovicaprini e dei bovini: è probabile che fosse già conosciuta la razza bovina podolica, caratterizzata dai pascoli allo stato brado. La lavorazione del latte e la stagionatura dei formaggi, antenati del rinomato Canestrato di Moliterno, era una pratica già diffusa molto prima dell’avvento dei Romani: basti pensare ad esempio al rinvenimento di un coperchio di bollitoio da latte rinvenuto a Murgia Sant’Angelo di Moliterno, databile al Bronzo medio (XV-XIV sec. a.C.) e conservato presso il Museo Archeologico Nazionale dell’Alta Val d’Agri, a Grumento Nova: è straordinario scoprire che già 3500 anni fa gli antichi abitanti della Val d’Agri erano ottimi produttori di formaggio. Anche tra gli ex-voto del santuario preromano di San Marco è stata rinvenuta una statuetta fittile raffigurante una forma di formaggio.
Oltre al lavoro, i cittadini di Grumentum e della vallata amavano distrarsi, trascorrendo una serata al teatro, ad assistere alle commedie o alle tragedie greche e alle loro rivisitazioni latine. Altro passatempo, molto meno ricercato e più popolare, ma sicuramente diffusissimo, consisteva nel recarsi di pomeriggio all’anfiteatro, dove, come negli stadi al giorno d’oggi, si assisteva alle prodezze degli atleti del tempo, ovvero i gladiatori. Da numerose fonti sappiamo di incidenti e risse negli anfiteatri antichi, per cui, come a Grumentum, e come nelle città al giorno d’oggi con gli stadi, si preferiva collocare l’anfiteatro in una posizione marginale rispetto all’abitato. L’anfiteatro di Grumentum era raggiungibile addirittura da una direttrice, ancora oggi percorribile, che faceva defluire i tifosi direttamente sulle strade extraurbane, tramite una porta nelle mura della città, molto vicina alla struttura, impedendo così il passaggio nel centro abitato delle grosse folle che dovevano accorrere da tutta la vallata.
Stando alle fonti, le terme, edifici pubblici con impianti igienico-sanitari, infine, dovevano costituire uno degli svaghi pomeridiani preferiti dai cittadini, senza distinzione di classi sociali: infatti vari autori le descrivono come un luogo di grande socializzazione, proprio come le palestre, le saune e i centri benessere dei nostri giorni. Gli ambienti si distinguevano in apodyterium (spogliatoio), frigidarium (vano con piscina d’acqua fredda, per la tonificazione del corpo), tepidarium (vano con acqua con temperatura moderata, per la traspirazione del corpo), calidarium (vano con acqua calda). L’ambiente era riscaldato con l’ipocausto, ovvero la tecnica che permetteva il passaggio di aria calda circolante attraverso i muri, tramite tubuli, e sotto il pavimento: questo si impostava sulle suspensurae, ovvero una successione di pilastrini di mattoni posti a scacchiera che permettevano il passaggio del calore, al di sotto del pavimento, dal forno (praefurnium) ai vani da riscaldare. Inoltre non erano infrequenti nelle terme i bagni di sole (elioterapia), le palestre per lo svolgimento di giochi ed esercizi ginnici, le piscine (natationes) e le aree per la cura del corpo tramite creme e oli profumati. All’interno spesso le pareti erano affrescate o stuccate, e i pavimenti erano solitamente ricchi di mosaici, talvolta raffiguranti motivi marini, in stretta connessione con gli ambienti termali, come quello di Scilla e i Giganti nel frigidarium delle Terme imperiali di Grumentum.

  1. Pisside in avorio con la rappresentazione di una scena di simposio, rinvenuta nel foro di Grumentum e conservata presso il Museo Archeologico Nazionale dell’Alta Val d’Agri, a Grumento Nova (immagine da Bottini 1997).
  2. Planimetria del teatro romano di Grumentum (immagine da www.grumentum.net).
  3. Il teatro romano di Grumentum: in primo piano l’orchestra, sullo sfondo la cavea, alle cui spalle si intravvede il centro moderno di Grumento Nova.
  4. L’anfiteatro romano di Grumentum visto dall’alto.
  5. Planimetria delle c.d. "Terme imperiali" di Grumentum (immagine da www.grumentum.net).
  6. Le c.d. "Terme imperiali" di Grumentum.
  7. Il mosaico di Scilla e i Giganti nel frigidarium delle c.d. “Terme imperiali” di Grumentum (immagine da Mastrocinque 2009).

Copyright testo e immagini (ove non inseriti altri riferimenti) di Francesco Tarlano.

Bibliografia essenziale:
1. 1. P. Bottini (a c.), Il Museo Archeologico Nazionale dell’alta Val d’Agri, Lavello 1997.
2. L. Giardino (a c.), Grumentum: la ricerca archeologica in un centro antico, Catalogo della Mostra, Galatina 1981.
3. A. Mastrocinque (a c.), Grumentum romana, Convegno di studi, Grumento Nova, 28-29 giugno 2008, Salone del Castello Sanseverino, Moliterno 2009.
4. F. Tarlano (a c.), Il territorio grumentino e la valle dell’Agri nell’antichità. Atti della Giornata di Studi Grumento Nova (Potenza), 25 aprile 2009, Bologna 2010.

Il teatro romano di Grumentum
Il teatro romano di Grumentum
(foto di: Archivio Parco Nazionale dell'Appennino Lucano Val d'Agri - Lagonegrese)
 
L'anfiteatro romano di Grumentum visto dall'alto
L'anfiteatro romano di Grumentum visto dall'alto
(foto di: Archivio Parco Nazionale dell'Appennino Lucano Val d'Agri - Lagonegrese)
 
Le c.d. Terme imperiali di Grumentum
Le c.d. Terme imperiali di Grumentum
(foto di: Archivio Parco Nazionale dell'Appennino Lucano Val d'Agri - Lagonegrese)
 
Pisside in avorio con la rappresentazione di una scena di simposio
Pisside in avorio con la rappresentazione di una scena di simposio
(foto di: Archivio Parco Nazionale dell'Appennino Lucano Val d'Agri - Lagonegrese)
 
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